201511.03
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Le uguaglianze: diritti, risorse, sfide per il futuro

Il concetto di uguaglianza, declinato in vari ambiti (antropologico, sociologico, economico, giuridico et cetera), è stato oggetto di riflessione e ragione di conflitto per secoli, fino a diventare il vero e proprio cardine degli Stati moderni: nell’età contemporanea il principio di uguaglianza – formale e sostanziale – è cristallizzato nelle Costituzioni europee e nelle convenzioni internazionali, dalla Costituzione italiana alla Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea, passando attraverso la Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo. L’uguaglianza non è soltanto uno strumento di tutela per i diritti dei consociati, ma è anche parametro di allocazione delle risorse all’interno delle comunità. La crisi economica mondiale sta sconvolgendo questo assetto a tal punto da mettere in discussione lo stesso ruolo dello Stato quale soggetto cui sono demandate le scelte sulla spesa pubblica e sul suo finanziamento, oggi fondato sul binomio indebitamento/prelievo fiscale. Per la gestione della πóλις è diventata fondamentale l’architettura del sistema tributario: gli obiettivi della “giusta imposta” da prelevare e quelli – strumentali al primo – del “giusto procedimento” attraverso cui riscuoterla e del “giusto processo” mediante il quale ottenere tutela giurisdizionale dovrebbero essere perseguiti alla luce del principio di uguaglianza tributaria e del canone di ragionevolezza, suo corollario. La realtà che viviamo è però assai diversa: la ricchezza non soltanto è concentrata nelle mani di pochi a scapito dei più, ma si va sempre più accentuando il suo spostamento verso la popolazione più anziana. La stretta correlazione tra tributi e diseguaglianze sociali e intergenerazionali, denunciata da economisti come Piketty, Saez e Stantcheva, può però essere ribaltata: è questa la ratio ultima che giustifica i progetti di revisione delle cosiddette tax expenditures così come i tentativi di rimodulazione di alcuni prelievi coattivi (come quelli sulle “pensioni d’oro”).

Il volume della collana Hòrisma che il lettore ha ora tra le sue mani nasce sulla scorta di queste mie brevi riflessioni. Alla call for papers lanciata nel marzo 2015 hanno risposto 9 giovani studiosi italiani e portoghesi. Il loro impegno si è tradotto prima in una conferenza, tenutasi il 24 settembre 2015 presso l’Università degli Studi di Milano, poi in questo volume collettaneo. Coerentemente con lo spirito della collana Hòrisma, anche questo testo propone al lettore un approfondimento teorico ed empirico realizzato secondo un approccio multidisciplinare.

Nel primo contributo – “Uguaglianza e ragionevolezza” – Natalina Stamile focalizza l’attenzione sul rapporto tra il principio di uguaglianza e il sindacato di ragionevolezza, illustrando le posizioni della dottrina e della giurisprudenza costituzionale a riguardo. Dalla teoria generale del diritto si passa al diritto pubblico, con il contributo intitolato “Uguaglianza intra- e inter- generazionale: ambiente, cibo ed energia nell’ottica dello sviluppo sostenibile”, nel quale Valentina Cavanna propone di rimediare alle discriminazioni nell’accesso alle risorse alimentari ed energetiche attuando la territorializzazione delle politiche ambientali mediante una revisione degli strumenti amministrativi – come la Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) e la Valutazione Ambientale Strategica (VAS) – che garantisca uno sviluppo sostenibile e partecipato dai consociati. La violazione del principio di uguaglianza produce i suoi effetti pregiudizievoli anche sulle generazioni future: soltanto uno Stato dotato delle risorse finanziarie adeguate può garantire a ogni individuo i livelli minimi di dignità e di sviluppo. Il cosiddetto “interesse fiscale” è riletto in questi termini nel contributo “La leva tributaria quale strumento per ricomporre la frattura intergenerazionale”, ove Marta Basile e Claudio Sciancalepore richiamano l’attenzione sulla necessità di educazione sociale alla legalità. Nel contributo intitolato “Migrants without rights: the limited citizenship of migrants in illegality and their access to Law and Justice in the European Union and Portugal” il principio di uguaglianza viene declinato quale possibilità di accesso ai diritti e alla giustizia per i migranti. Il quarto elaborato è il frutto delle ricerche di João Pedroso, Maria João Guia, Patrícia Branco e Paula Casaleiro, studiosi del “CINETS – Crimmigration Control-International Net of Studies” e del “CES – Centro de Estudos Sociais” presso l’Università di Coimbra (Portogallo). Ultimo ma non meno importante è il contributo “Proposta di rivisitazione del principio di capacità contributiva alla luce del principio di uguaglianza nei Paesi Euro-Mediterranei”, nel quale Floriana Santagata espone i risultati di un originale studio comparato del principio di uguaglianza in ambito fiscale: dall’analisi delle Costituzioni vigenti nei Paesi aderenti all’Unione Europea e del Bacino del Mediterraneo emerge che ogni sistema fiscale – mutatis mutandis – è orientato a garantire sia la ragionevolezza nel prelievo tributario, sia l’equa redistribuzione delle risorse pubbliche.

Nel capoverso che precede l’uso del termine “contributo” non è casuale. Contribuĕre significa “dare insieme con altri e in una determinata proporzione per causa pubblica o per comune vantaggio”. Ciascuno degli autori ha contribuito a questo piccolo progetto secondo le proprie competenze. Per questo li ringrazio.

Rivolgo un ringraziamento speciale ad Andre Viktor Gazza, il cui entusiasmo e talento artistico hanno dato origine alla foto in copertina.

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