Accertamenti standardizzati e rilevanza processuale del comportamento delle parti in sede amministrativa (nota a Cass. 2816/2008)
Nella pregevolissima sentenza in rassegna, la Suprema Corte non ha semplicemente ribadito alcuni principi di diritto di notevole rilevanza in tema di accertamenti standardizzati, ma ha affermato la necessità del contraddittorio endoprocedimentale, ancorché non espressamente previsto in materia tributaria, ai fini dell’esercizio di un potere di accertamento presuntivo. La motivazione della decisione è fondata su un iter argomentativo invero assai essenziale. Le questioni affrontate hanno valenza paradigmatica e sono di stretta attualità: esse meritano, pertanto, di essere isolate e vagliate, in vista di una più approfondita sistematizzazione concettuale.
SOMMARIO: 1. Premessa. – 2. Il caso di specie. – 3. L’introduzione dei “parametri” nell’ordinamento tributario. – 4. La riserva di legge. – 5. La natura presuntiva dei parametri. – 6. Il richiamo al concetto di “inversione dell’onere della prova”. – 7. Il contraddittorio endoprocedimentale ed il principio generale dell’azione amministrativa del “giusto procedimento”. – 8. Il contraddittorio endoprocedimentale e gli accertamenti standardizzati. – 8.1. Il contraddittorio endoprocedimentale ed il principio di capacità contributiva: i precedenti nella giurisprudenza della Corte di Cassazione in tema di accertamenti standardizzati. – 8.2. (segue) Le funzioni di garanzia del contraddittorio endoprocedimentale. – 9. Comportamento “procedimentale” delle parti e argomenti di prova.
(Cass., sez. trib., 7 febbraio 2008, n. 2816)
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